C’erano una volta 12 cuccioli..
Un cucciolo venne scacciato via dagli umani del luogo, iniziò a vagare per altre terre, tornando di tanto in tanto dai vecchi fratelli, ed era gran festa in città. Col tempo però formò un nuovo branco laggiù, incontrò una cagnolina, s’innamorò e si dimenticò dei fratelli lontani.
Un cucciolo, invece, venne attaccato da un altro cucciolo perché si stava allargando troppo con il suo cucciolo preferito, il più fragile dei dodici. Così il cucciolo iniziò a cercare qualcosa fuori dal branco, e venne accompagnato in questa impresa da uno dei fratelli. Entrambi incontrarono altri due cuccioli, e fecero un nuovo branco, odiato dai fratelli per un bel po’ perché si sentivano traditi: due cuccioli in particolare ce l’avevano con loro. Mentre il secondo più fragile era tirato per le orecchie da una parte e dall’altra dei due gruppi.
Un altro cucciolo iniziò ad accettare gustosi bocconcini dagli sconosciuti, e senza far casino né farsi notare, cominciò a seguire altre strade più goliardiche, sino a perdersi del tutto.
Rimasti così in otto, uno tornò da dove era venuto, il meno importante.
Rimasti così in sette, cercarono di stringersi sempre più vicino per non sentire il freddo che si avvicinava burrascoso. Ma uno dei cuccioli decise di seguire le tracce del fratello smarrito, urlato alle spalle dal cucciolo più forte del branco, rimasero in sei. Si volevano molto bene.
Rimasti così in otto, uno tornò da dove era venuto, il meno importante.
Rimasti così in sette, cercarono di stringersi sempre più vicino per non sentire il freddo che si avvicinava burrascoso. Ma uno dei cuccioli decise di seguire le tracce del fratello smarrito, urlato alle spalle dal cucciolo più forte del branco, rimasero in sei. Si volevano molto bene.
Ma il cucciolo più fragile era stufo di essere sottomesso da tutti, di mangiare per ultimo, di essere strattonato dove gli altri volevano condurlo, a forza. Così si ribellò, fece un gran casino, ringhiò, guaì, sbraitò, chiedeva libertà da quel branco a cui voleva bene ma che lo stava isolando dal mondo che voleva conoscere. Gli vennero voltate le spalle, e così deluso scappò via, alla ricerca di nuovi branchi, accettando bocconcini a volte dolci a volte amari. Soffrì, pianse, passò notti insonni, passò notti in lacrime, pensò di farla finita, pensò di fuggire il più lontano possibile, si buttò nei guai e da solo se ne tirò, divenne più forte e deciso, ma anche più folle.
Ormai conosciuto il mondo, tornò dai fratelli, che lo accolsero scodinzolando, chiedendogli scusa per averlo trascurato e perdonando il “tradimento” in nome della sua libertà. Tutto ciò però non piacque al cucciolo più permaloso, il dominante, che non sopportava il modo in cui il suo sottomesso aveva riconquistato l’amore dei fratelli, tornando con nuove idee, e voglia di riformare il branco. S’impegnò, e riuscì a far tornare alcuni fratelli, ed erano di nuovo felici, uniti, ma sarebbe durato poco.
Presto tutti se ne andarono di nuovo, con diverse motivazioni. Uno seguiva il ritmo della musica della notte. Uno scoppiando nell’odio, fece di tutto per distruggere il branco, finchè alla fine andò via giurando vendetta. Un altro seguì il suo sogno, andando via per terre lontane. Un altro sentendosi forte dell’amore di un altro branco, rinfacciò cose passate e girò le piante dei piedi. Un altro ancora troppo deluso, seguì la sua via. Uno si fermò a un angolo, e non volle più seguire i fratelli, per paura o chissà che.
Ormai conosciuto il mondo, tornò dai fratelli, che lo accolsero scodinzolando, chiedendogli scusa per averlo trascurato e perdonando il “tradimento” in nome della sua libertà. Tutto ciò però non piacque al cucciolo più permaloso, il dominante, che non sopportava il modo in cui il suo sottomesso aveva riconquistato l’amore dei fratelli, tornando con nuove idee, e voglia di riformare il branco. S’impegnò, e riuscì a far tornare alcuni fratelli, ed erano di nuovo felici, uniti, ma sarebbe durato poco.
Presto tutti se ne andarono di nuovo, con diverse motivazioni. Uno seguiva il ritmo della musica della notte. Uno scoppiando nell’odio, fece di tutto per distruggere il branco, finchè alla fine andò via giurando vendetta. Un altro seguì il suo sogno, andando via per terre lontane. Un altro sentendosi forte dell’amore di un altro branco, rinfacciò cose passate e girò le piante dei piedi. Un altro ancora troppo deluso, seguì la sua via. Uno si fermò a un angolo, e non volle più seguire i fratelli, per paura o chissà che.
Il cucciolo color miele, il più fragile e il più folle, iniziò ad inseguire le piste tracciate dei fratelli, pregandoli di tornare indietro, pregandoli di non andar via, ricordando i momenti belli e lanciando inascoltati messaggi di pace. Li seguiva in lungo e in largo, mantenendo buoni rapporti con tutti, tirando per le orecchie e per la coda sulla vecchia via, chiedendo scusa per colpe che non aveva nella speranza di far tornare la felicità di un tempo, ma nessuno dei fratelli volle ascoltarlo. Disperdendosi su vie impervie, si perse ancor prima di rendersi conto di essere rimasto da solo. Nella notte il gelo iniziò a salire dalla punta delle zampe, si arrotolò su sé stesso e iniziò a piangere, ricordando i tempi lontani in cui la vita aveva senso perché là fuori aveva 11 fratelli UNITI ad attenderlo. Aveva ancora buoni rapporti con gran parte di loro, si volevano bene come il primo giorno, ma non erano più un branco. Sarebbero stati un duo, un trio, ma mai più un branco.
Intanto il gelo avanzava, e un cucciolo solo va in ipotermia nelle notti buie, ma cosa importava vivere se non poteva farlo col suo amato branco? Se non poteva condividere il cibo, il vento, la luce del sole e la luce della luna coi suoi cari fratellini? Se non potevano correre sui verdi prati come avevano sempre fatto? Rotolandosi nell'erba, saltando, mordendosi, inseguendosi, buttandosi sul terreno e crogiolandosi al sole..
Il cucciolo conosceva tanti altri cuccioli, tanti altri branchi, che gli chiedevano di unirsi a loro perché riconoscevano le sue doti, la sua fragilità, la sua gentile follia, il suo ruolo di Omega. Avrebbe potuto formare un nuovo branco, ritrovare quella fantastica felicità, scendere le scale della chiesa sotto il cui portico aveva dormito, scodinzolando felice di quel che l’aspettava in strada. Ma come affrontare la paura dell’abbandono? Dove trovare la forza di rischiare altro dolore? Affrontare il timore che un giorno anche quel nuovo fantastico branco si sarebbe sciolto?
Intanto il gelo avanzava, e un cucciolo solo va in ipotermia nelle notti buie, ma cosa importava vivere se non poteva farlo col suo amato branco? Se non poteva condividere il cibo, il vento, la luce del sole e la luce della luna coi suoi cari fratellini? Se non potevano correre sui verdi prati come avevano sempre fatto? Rotolandosi nell'erba, saltando, mordendosi, inseguendosi, buttandosi sul terreno e crogiolandosi al sole..
Il cucciolo conosceva tanti altri cuccioli, tanti altri branchi, che gli chiedevano di unirsi a loro perché riconoscevano le sue doti, la sua fragilità, la sua gentile follia, il suo ruolo di Omega. Avrebbe potuto formare un nuovo branco, ritrovare quella fantastica felicità, scendere le scale della chiesa sotto il cui portico aveva dormito, scodinzolando felice di quel che l’aspettava in strada. Ma come affrontare la paura dell’abbandono? Dove trovare la forza di rischiare altro dolore? Affrontare il timore che un giorno anche quel nuovo fantastico branco si sarebbe sciolto?