giovedì, luglio 14, 2011

al diavolo!

Potrebbe anche essere che sia effettivamente rimasta traumatizzata da gennaio. Ma a conti fatti è da novembre che tutto mi va storto. E pensare che il 2011 doveva essere l'anno del sagittario... ma sta gran cippa di minchia! mi sta cadendo addosso una fitta pioggia di sfiga che non esista ad andar via, una cosa storta una dietro l'altra. E ok, magari sono io pessimista. Ma a volte sono ottimista. Allora spieghiamo bene bene il concetto.

Io sono ottimista.
Mi sforzo di vedere tutto luminoso, il buono delle persone, il buon esito nel futuro.
Ma sono anche molto sensibile ed emotiva, e dovrei imparare a controllarmi in effetti.
Questa cosa comporta che basta una qualsiasi cosa, una bocciatura, un incidente di percorso, un litigio, e quel cazzo volete per mandarmi nel buio più nero. E allora mi dispero, oddio oddio oddio perchè mi fai questo.
Poi con coraggio e devozione mi risollevo, ma permane la ferita. E ok, sono umana.
Poi torno a vedere tutto rosa e fiori.
Poi di nuovo il nero.
E così si alternano giorno e notte.
Ora è di nuovo notte, e attendo il nuovo giorno, ma la notte non è che passa così.
Voglio dire.. ti serve una lucina, se hai fame devi trovarti del cibo e no, non è facile nel buio andare a caccia o svolgere le proprie mansioni.
Che se continuo su sta scia nera, col cazzo che mi laureo.
Ed io mi voglio laurerare, voglio uscire dal sistema scuola e voglio vedere com'è la vita vera, che dicono sia peggio, ma almeno è vera. Comprendi?
Diavolacci messicani.
Se poi nel contesto aggiungi incubi notturni e sogni diurni, beh direi che sto messa realmente male, per non parlare del millesettecento progetti, che se ne porto in scena 4 o 5 già mi devo considerare una grande.

Ma che cazzo.
Ah si, avevo detto niente parolacce, giusto.
Al diavolo!

giovedì, luglio 07, 2011

Tell me a song..

Era l'America.
Era il Vento.
Me ne innamorai.


Non cedere mai a una tentazione,
se questa pregiudica la tua Libertà.
Ama solo la Libertà,
e sarai Libero.
Maybe.

mercoledì, luglio 06, 2011

Il salto del canguro

Il salto del canguro.
Vedo il salto del canguro.
Vedo il salto del canguro tra i raggi del sole. Brilla, la coda taglia la luce, falce nera d'ombra, sabbia che si solleva, è un attimo solo eppure sembra duri un eternità. Il mare da lontano, le senti? le senti le onde? s'infrangono, e non s'arrendono, ci riprovano, ancora e ancora e ancora, e non s'arrendono. Mi giro, e mi si apre innanzi una verde foresta, liane, foglie, tronchi, e liane e foglie e tronchi e insetti. Tanti. Svolazzano senza pace davanti e intorno a me, fastidiosi, indisponenti, quasi non li sopporto. Mi chiedo a che servono. Versi, urla, guaiti, ma nulla vedo tranne foglie e liane e tronchi e insetti svolazzanti. Il canguro è ancora sospeso a mezz'aria, e sembra non voglia più toccare terra. Il sole è eclissato dal marsupiale.
Mi sveglio.
Intorno a me è buio, sono ancora qui, reale, respiro, scrivo, penso, immagino, proietto, scrivo, respiro, sono viva. Ancora. Mi sento illusa, vorrei essere altrove. Altrove dove è il sole, altrove dove è la pioggia nella foresta, altrove, dove il mare uccide gli scogli, e gli scogli uccidono il mare.